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Strasburgo, seduta plenaria del Parlamento Europeo del 4 luglio 2016

Signora Presidente, onorevoli colleghi, voglio ringraziare tutti i colleghi per questa discussione approfondita e anche la Commissaria Thyssen per la partecipazione e per le parole importanti che sono state dette. Da una parte, è chiaro che si tratta di una questione è molto complessa; c'è la necessità di tenere un approccio equilibrato, l'abbiamo detto, abbiamo bisogno di fare scelte nella direzione dell'integrazione, che sia un'integrazione non a scapito degli abitanti dei paesi riceventi, contro il social dumping , per un'integrazione davvero reale nel mondo del lavoro e nella società dei rifugiati.

Grazie per il lavoro comune e grazie alla Commissione, come dicevo, per le parole chiare, anche rispetto, è vero, ai progressi netti che vediamo nelle proposte del Piano d'azione per i cittadini dei paesi terzi, nella newsskills agenda , indicazioni, proposte che vanno nella direzione di ciò chiede la relazione. Quindi continuiamo a lavorare in questa direzione, con un lavoro costruttivo, come costruttiva è stata questa discussione in Parlamento, per trovare soluzioni equilibrate per tutti: per i rifugiati e per i cittadini che hanno preoccupazioni e paure legittime ma che vanno rassicurati nella volontà dell'Unione di costruire soluzioni di integrazione utili per tutti, per far sì che, come ho detto nel mio intervento, i rifugiati, il cui accoglimento è un nostro dovere umanitario, trovino la loro dignità e ritrovino un senso per una vita spesso traumatizzata proprio in un'integrazione nella nostra società.

 

Allo stesso tempo sono contento che persone che rappresentano, per me, anche per le cose che dicono, proprio le idee del razzismo e della xenofobia, come i colleghi Von Storch e Voigt, sono stati assolutamente in dissenso con questa relazione, ma le loro parole molto razziste, a mio parere, li qualificano da soli. E anche i colleghi, come la collega Bizzotto, che ha dimostrato a mio parere, così come spesso i colleghi della Lega Nord, di non leggere le relazioni.