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Strasburgo, seduta plenaria del Parlamento Europeo del 4 luglio 2016

Signor Presidente, onorevoli colleghi, sono sinceramente onorato di avere l'opportunità, oggi, di presentare la mia relazione, sull'inclusione sociale e l'integrazione dei rifugiati nel mercato del lavoro, in Aula. Si tratta di un tema evidentemente molto serio, che rappresenta una delle sfide più complesse cui siamo chiamati a dare una risposta.

Non vi nascondo che ho affrontato la stesura del documento con una certa apprensione, pienamente consapevole della complessità e dell'importanza del tema. Per questa ragione vorrei dunque cominciare la mia presentazione, estendendo un sincero ringraziamento ai colleghi relatori ombra, per il loro straordinario contributo nell'elaborazione del testo, in particolar modo per l'ottima collaborazione durante tutte le fasi del lavoro parlamentare. Solamente il gruppo ENF si è dimostrato contrario al nostro lavoro, il gruppo di Marine Le Pen e Matteo Salvini, il quale tanto per cambiare, non è presente neppure in Aula, ora, quando si parla di una questione come quella dei rifugiati di cui straparla spesso in televisione.

 

Come Parlamento europeo, siamo chiamati a presentare un'analisi della situazione, le politiche e le pratiche di integrazione dei rifugiati nel mercato del lavoro e nella società. Nell'elaborazione del documento ho fondato la mia riflessione su alcuni assunti di partenza. Ad esempio, il fatto che tutti i migranti umanitari siano persone costrette a lasciare il proprio paese e rappresentano pertanto un gruppo estremamente vulnerabile. Ho evidenziato l'attuale stato di salute dell'economia europea, che ancora tenta di uscire da un grave e protratto periodo di crisi, con livelli record di disoccupazione, in particolare giovanile. Ho sottolineato come troppo spesso la discussione pubblica e politica sulle misure di sostegno da fornire ai rifugiati e richiedenti asilo sia avvelenata da falsi miti, da pregiudizi e da discriminazione, da varie forme di populismo e, nel peggiore dei casi, anche da razzismo.

Mi sia permesso di elencare alcuni punti chiave della relazione. Concedere ai rifugiati l'accesso al mercato del lavoro è necessario per restituire loro dignità umana e autostima, oltre ad essere una misura efficace sotto il profilo dei costi pubblici, in quanto permette loro di essere autosufficienti e ottenere l'indipendenza economica. Intervenire con politiche di inclusione sociale e lavorativa in modo tempestivo è essenziale per permettere la buona riuscita di tali politiche. Inoltre, le condizioni del mercato del lavoro, dei paesi ospitanti sono un fattore determinante per il successo e la sostenibilità dell'integrazione dei rifugiati. Commissione e Stati membri devono dunque continuare a dare priorità a politiche e investimenti finalizzati alla creazione di posti di lavoro e a generare crescita economica.

Le misure di integrazione e inclusione a favore dei rifugiati e dei richiedenti asilo non possono e non devono sottrarre risorse finanziarie già destinate ai programmi per altri gruppi svantaggiati, ma richiedono invece investimenti sociali aggiuntivi: sarebbe un grave errore politico e creerebbe una competizione tra i più deboli, che comporterebbe solo ulteriore ingiustizia sociale. Perciò è necessario riportare il Fondo sociale europeo a una quota pari al 25% del bilancio della politica di coesione; bisogna modificare la direttiva sulle condizioni di accoglienza, permettendo ai richiedenti protezione internazionale l'accesso al mercato del lavoro entro sei mesi dalla data di presentazione della domanda di asilo; bisogna incrementare gli investimenti pubblici disponibili e fornire ulteriori risorse finanziarie da destinare direttamente alle amministrazioni pubbliche locali, regionali e alle organizzazioni della società civile e del volontariato. Sono questi, infatti, ad essere in prima linea nell'accoglienza di rifugiati nella nostra società e pertanto meritano supporto adeguato oltre a un maggior riconoscimento, nell'elaborazione delle politiche.

Dunque, spero che l'Aula riesca a sostenere la relazione votata in commissione occupazione, che credo possa essere un documento utile nell'identificare l'integrazione sociale e occupazionale dei rifugiati come una sfida, ma anche un'opportunità da cogliere per la nostra società, la nostra economia e la nostra Unione europea.

Sarò lieto di risponde ai vostri quesiti e alle vostre osservazioni.